sabato 16 febbraio 2013

GIULIA-PARTE SECONDA-


La giornata è finita. Giulia scioglie il suo chignon ed è pronta ad affrontare il week end che viene.
Prima cosa da fare è passare dalla sua brasserie preferita e comprare quel dolce che tanto ha atteso. Alla fine, oggi se l’è proprio meritato.
Entra, si guarda in giro. Il mondo sembra essersi fermato.
Le vetrate colorate, gli sgabelli di legno sparsi qua e là, e quella luce soffusa le mettono subito tranquillità. “Ciao Giulia, com’ è andata la tua giornata?”. Una dolce signora, dallo sguardo malinconico e le mani di chi ha lavorato molto nella sua vita osserva Giulia da dietro il bancone. “E’ stato un successo. Ho messo ko il mio collega, il posto è mio”. Giulia è completamente incredula, e quelle parole non le sembrano le sue. “Qua ci vuole un brindisi, dobbiamo festeggiare. Corro subito ad aprire una bottiglia di Macon Verzè “. Giulia non fa in tempo a dire di no che la dolce  Signora è già tornata con  bottiglia due bicchieri e il suo dolce preferito.
Giulia pensa al suo appuntamento nel dopo cena con i suoi amici, e si ripromette che berrà solo un bicchiere. Vuole tornare a casa, togliersi quel tailler, indossare la sua gonna di pailettes e lasciare tutti a bocca aperta. Voglio divertirmi, e non ricordare più nulla, pensa Giulia mentre osserva il giro di perle che fa da cornice al collo non più tanto giovane della dolce signora.
“Su dai raccontami, com’è andata la riunione?”. Mentre Giulia, ripassa nella sua mente ogni singolo momento, e descrive gli umori, gli sguardi, e racconta di le della sua ansia e del suo mare, la brasserie inizia a prendere vita.
Sussurri, risate, i suoni di chi pensa al week end che è appena arrivato danno forma e colorano la vecchia brasserie. Non più il luogo d’altri tempi, ma un felice locale dove passare il venerdì sera.
Non uno, neanche due, ma alla fine i bicchieri di Macon Verzè diventarono quattro. Giulia, non si era accorta che la dolce signora si stava prendendo cura di lei, e lo stava facendo nel modo voluto da Giulia.
“Buona sera signorina, si sente bene?”. Giulia sentiva una voce rimbombare dietro di se, qualcuno le stava parlando, ma quella voce rauca non le ricordava nulla.
Con lentezza, fatica e poca voglia  riesce a spostare il suo sguardo e fissare gli occhi del suo nuovo interlocutore.










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